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42. CARSEX NOTTURNO


di Janus
30.11.2024    |    69    |    3 9.2
"Mi spogliai velocemente degli abiti maschili, rimanendo nuda e quasi tremante di eccitazione; poi inizia ad indossare le calze invernali, tirandole bene su..."
Era da un po’ che non mi sbattevano, e neppure avevo avuto occasione di prenderlo in bocca: quindi come potete immaginare, la voglia mi faceva sentire sempre più in calore! Dovendo muovermi per lavoro, pensai bene di approfittarne per una puntatina al mio posticino preferito presso il mare, durante il viaggio di ritorno serale. Era arrivato il freddo, per cui mi ero premurata di cambiare l’abbigliamento femminile che avevo nel mio borsone segreto con qualcosa più adatto alla stagione: in pratica calze autoreggenti pesanti, vestiti in maglia caldi e facili da indossare o togliere, una giacchina e così via. Il problema erano le calzature: avevo degli stivaletti femminili bassi da pioggia, ma non erano abbastanza sexy! Perciò, qualche giorno prima, avevo ordinato online un paio di stivaletti da donna con tacco in stile western che avrei ritirato in un apposito e discreto punto di consegna, situato presso un benzinaio.

Come avevo fatto abitualmente andando da quelle parti, avvisai il “dongiovanni” e concordammo un appuntamento per le 21.00… almeno su di lui, o meglio sul suo cazzone, avrei potuto contarci! Terminato il lavoro in serata, mi diressi in macchina dove avrei trovato gli stivaletti e li ritirai con l’apposito codice. Quel benzinaio era a pochissima distanza da un casello autostradale, quindi molto pratico: appena ritirato il pacco, presi l’autostrada e mi fermai alla prima area di servizio. Mi era venuta l’idea di approfittare dei servizi igienici per indossare, sotto il vestiario maschile, l’intimo femminile e quant’altro possibile: non l’avevo mai fatto prima, e volevo capire se si trattasse di una soluzione più pratica dell’auto. Presi quindi l’occorrente dalla borsa, me lo infilai nelle tasche del giaccone ed entrai nel bar dirigendomi direttamente alle toilette. Non c’era quasi nessuno in giro, per cui mi fu facile scegliere il bagno più pulito per chiudermici dentro.

Mi spogliai velocemente degli abiti maschili, rimanendo nuda e quasi tremante di eccitazione; poi inizia ad indossare le calze invernali, tirandole bene su fin quasi all’inguine. Passai quindi al pratico reggicalze che mi ero procurata, che allacciai in vita per poi fissarlo all’orlo delle calze per evitare che scendessero lungo la coscia. Quindi le mutandine femminili, col filetto posteriore che spariva nel mio solco di pesca; sopra il tutto, un vestitino in maglia blu a collo alto, che mi copriva sino a mezza coscia. A quel punto mi infilai di nuovo i pantaloni e le scarpe; indossai di nuovo il maglione con cerniera e infine il giaccone. Misi gli indumenti in più nelle tasche, uscii dal bagno e me ne tornai all’auto. Avevo ancora una cosa da fare: provarmi i nuovi stivaletti! Aprii il pacco quasi trepidante e me li infilai ai piedi con eccitata soddisfazione… siiii!! Mi stavano appena stretti, ma andavano benissimo!!! Li tenni ai piedi per abituarmi ad essi e, con fare indifferente, scesi dall’auto per disfarmi della scatola e apprezzare i loro tacchi che mi facilitavano un’andatura ancheggiante.

Un rapido controllo ai vari oggetti per essere sicura di non aver perso nulla, poi via in autostrada verso il luogo di piacere che mi attendeva! In effetti avevo quasi i minuti contati, perché mi ero dilungata un po’ troppo all’area di servizio: a conti fatti sarei arrivata all’appuntamento col dongiovanni appena in tempo! Raggiunsi il casello più prossimo alla zona di incontri, lasciai l’autostrada e mi diressi verso uno dei piccoli centri abitati poco distanti. Parcheggiai tra altre auto sotto un lampione, comunque in un punto poco visibile; presi la borsetta del necessaire e, in pochi istanti, mi tolsi il vestiario maschile per rimanere col solo femminile. Era decisamente freddo, per cui risolsi di mantenere il mio giaccone sopra l’abito da donna; indossai la parrucca, della vistosa bigiotteria dorata al collo, gli occhiali femminili e un filo di rossetto, poi mi rimisi in strada verso il mare.

Arrivai giusto un paio di minuti dopo dell’orario concordato col dongiovanni; feci il solito giro nella rotonda iniziale che funge da parcheggio per il locale adiacente, poi mi diressi verso il piazzale sabbioso dove di solito sostavo per incontrare il mio maturo amante. Le vicinanze erano ben visibili, grazie alla luna quasi piena che splendeva nel cielo notturno: non c’erano macchine ferme, solo qualcuna che si muoveva lentamente lungo la strada asfaltata che, dalla parte opposta, portava al noto parcheggio degli incontri sexy. Poi una vettura mi raggiunse: riconobbi l’utilitaria rossa del dongiovanni, quindi spensi la mia auto e mi preparai; il dongiovanni si fermò accanto e io, svelta, scesi e salii con lui, la fida borsetta in mano come di consueto. Scambiammo come al solito qualche battuta di saluto, e lui sorridente non mancò di fare apprezzamenti per la mia femminilità, allungando nel contempo la mano per palpeggiarmi tra le cosce.

“Fa freddo stasera” mi fece lui; “Vero, e non poco…” ribattei. Nonostante la temperatura bassa, mi aspettavo che il dongiovanni mi portasse all’aperto nella zona cespugliosa dove mi aveva montata nelle ultime occasioni, ma non fu così. Lui mise in moto con fare incerto, poi fece marcia indietro per spostarsi; un’altra auto ci venne incontro, lampeggiando un paio di volte… il dongiovanni non ci badò, imprecò a mezza voce per la luce in faccia, e si diresse al lato opposto del piazzale verso il mare. Accostò sulla destra costeggiando un filare di cespugli, poi proseguì fino allo steccato che delimitava il parcheggio sabbioso e spense il motore. Pensai che volesse portarmi tra i cespugli che avevamo di fronte, ma mi sbagliavo: non aveva affatto intenzione di scendere dall’auto, visto il freddo!!

Capii che voleva farmi sua in macchina, e la cosa tutto sommato non mi dispiacque. Raramente avevo preso cazzi a quel modo, e quella sembrava l’occasione giusta per rinverdire i miei ricordi…! Lui bloccò le portiere per evitare eventuali guardoni troppo intraprendenti, poi abbassò a metà lo schienale del suo sedile e si slacciò la patta dei pantaloni, tirando fuori dalle mutande il suo grosso cazzo. A quella vista così invitante, eccitata come ero, non resistetti: abbassai a mia volta lo schienale sino a metà poi mi protesi verso il suo uccello, lo afferrai con la mano e lo imboccai golosa… hhhmmmmm che delizia!!! Mi era mancato, quel bel cazzone lungo, liscio e sempre profumato di pulito!!! Iniziai a succhiarlo e leccarlo con voluttà, mentre lo segavo lentamente con la mano… ogni tanto diedi un’occhiata fuori dal finestrino: mi sarebbe piaciuto moltissimo essere guardata da qualcuno, mentre facevo un bocchino… ma niente, purtroppo nessuno era venuto vicino all’auto!!

Prendere quel bel cazzo in bocca era gradevolissimo; cominciai ad avvertire un gran calore al basso ventre, e il mio buchino contrarsi e rilassarsi ritmicamente… però, dovendo stare mezza seduta sul sedile del passeggero, dopo un po’ finii per sentirmi scomoda. Allora abbandonai per un attimo la presa su quel caldo oggetto del mio desiderio e, muovendomi nei limiti del poco spazio interno dell’utilitaria, riuscii prima a mettermi in ginocchio con la gamba sinistra sul sedile, poi ad alzarmi il vestito calandomi le mutandine a mezza coscia: volevo spompinare il dongiovanni col culetto bene in vista verso il mio finestrino, a disposizione delle sue dita e degli occhi di eventuali voyeurs! Appena in posizione, tornai col viso verso l’inguine del mio maturo amante, gli afferrai l’asta dell’uccellone duro e lo imboccai di nuovo golosamente. Mi piacque immensamente prendere il cazzo in bocca stando alla pecorina a culo nudo! il dongiovanni allungò la mano lungo la mia schiena, la lasciò scivolare tra le mie chiappe e cominciò a regalarmi leggere penetrazioni delle sue dita nel mio sfintere.

Dopo un po’ spostò la mano sotto di me tra le cosce, e prese ad accarezzarmi cazzetto e palline… negli ultimi incontri l’aveva fatto spesso ed io, pur preferendo da brava femminuccia le attenzioni al mio culetto, non ne ero poi così dispiaciuta! Andammo avanti così per diversi altri minuti; il suo cazzone in bocca mi piaceva tremendamente: lo segai lentamente con la mano, mentre a labbra socchiuse lo leccavo dalle palle su su sino al glande, per poi imboccarlo e lasciarmelo penetrare in gola fino alla radice, nonostante il solletico dei suoi peli sul mio naso e piccoli conati di vomito che comunque dominavo… e poi via daccapo: palle, asta, cappella, in gola… palle, asta, cappella, in gola… il dongiovanni stava disteso beatamente sul sedile abbassato, e gemeva di piacere ad occhi socchiusi godendosi il mio pompino.

Mentre mi deliziavo con quel gustoso membro pensai più volte, libidinosa, che non mi sarebbe dispiaciuto farmi sborrare in bocca… ma il mio amante era molto resistente, così arrivò il momento in cui la voglia di essere inculata prese il sopravvento! Lasciai la presa sul suo uccello, mi tirai su per quanto possibile dato il poco spazio, e mi tolsi il giaccone buttandolo sul sedile posteriore. Misi quindi mano alla mia borsetta, presi un profilattico per il mio amico e il gel per il mio culetto. Lui si infilò il guanto, io mi lubrificai ben bene lo sfintere dilatandolo con lo dita, poi passai il gel in eccesso sul suo cazzone. Riposto il gel, mi misi in ginocchio sul mio sedile rivolta verso dietro, abbassai completamente lo schienale e misi il viso sul poggiatesta, in una perfetta pecorina. Il dongiovanni si portò dietro di me, strusciandomi l’uccello duro tra le chiappe… hmmmm già lo pregustavo tutto dentro di me!! Glielo presi con la mano come ero solita fare e mi appoggiai la cappellona sull’ano, ormai ben unto e accogliente; protesi all’indietro il culo per aprirmi al massimo, lui spinse lentamente e il suo cazzone scivolò tutto dentro di me senza sforzo!

Restammo fermi per qualche istante, lui con l’uccello ben piantato nel mio retto sino alle palle ed io col culo all’aria tutto aperto e riempito, gli occhi socchiusi nel godermi quella indescrivibile sensazione da femmina… poi lui cominciò, lentamente, a sodomizzarmi. Avanti, indietro, avanti, indietro… il suo meraviglioso uccellone scorreva dentro di me, aprendomi mentre entrava e lasciandomi richiudere mentre usciva, regalandomi sensazioni così forti da rendere il mio corpo quasi tremante per l’intenso piacere. Ogni tanto lui si fermò, afferrandomi le chiappe con entrambe le mani e divaricandole come se volesse ammirarmi o provare ad entrare più a fondo, per poi riportarle sui miei fianchi e riprendere con vigorosi affondi… hmmmmm… non posso ancora dimenticare l’intenso, interminabile piacere che provai come femmina da monta!!

Il dongiovanni, come sempre, durò a lungo e mi inculò a dovere per molti minuti, non saprei dire quanti. Io presi a rispondere ai suoi colpi di bacino con degli sculettamenti all’indietro, accompagnandoli con dei gemiti di ovvio piacere “Hmmmm… hmmm… hmmmm…”, che lui ricambiò sussurrandomi “Si… così… prendilo… godi, godi… come una donna!”. Pur restando a pecorina ed abbracciata al sedile ogni tanto cambiai leggermente posizione, ora mettendo la guancia sul poggiatesta, ora appoggiandoci il mento per vedere dai finestrini se qualcuno stesse assistendo… purtroppo nessun voyeur nelle vicinanze: peccato, mi avrebbe fatto molto piacere essere guardata mentre lo prendevo nel culo così bene!! Ancora alcuni minuti, ed il mio maturo amante accelerò il ritmo dell’inculata… immaginai che fosse prossimo all’orgasmo, e non sbagliavo: alcuni ultimi affondi con dei gran “Spat! Spat! Spat!” sui miei glutei, e si fermò col cazzo tutto dentro di me, tenendomi stretta a sé per i fianchi e mormorando, nel piacere, dei sommessi “Si… si… prendilo… prendilo tutto!”.

Restammo per qualche istante immobili, lui dentro di me ed io a godermi ancora la presenza di quel grosso e caldo cazzo nel mio culetto, ormai apertissimo e slabbrato. Poi lui si staccò, si liberò del profilattico e si ripulì; a mia volta presi un fazzolettino di carta, asciugai il gel che mi era colato fuori intorno allo sfintere durante la monta e mi tirai su le mutandine. Il maturo amico si offrì di riaccompagnarmi alla mia auto, distante un centinaio di metri, ma io declinai ringraziandolo “…Faccio due passi, c’è una bella luna e non fa poi così freddo.” Quindi presi la borsetta, scesi dalla sua utilitaria, mi infilai il giaccone, ci salutammo e mi incamminai verso il lato opposto del piazzale, ancheggiando da brava troietta sui miei tacchi nuovi!

Mentre camminavo fui illuminata più volte dai fari delle poche auto che giravano, ma nessuno mi approcciò… purtroppo: la mia fame arretrata di cazzo non era di certo ancora appagata!! Giunta alla mia macchina, prima di salire approfittai per sistemarmi il reggicalze: l’avevo indossato al di sopra delle mutandine, per cui non le potevo togliere ma solo abbassare… quindi, illuminata a momenti da qualche auto che girava in quel piazzale, slacciai il reggicalze, abbassai le mutandine sino alle ginocchia, lo riallacciai e mi rialzai le mutandine. A quel punto pronta, salii in macchina e mi diressi dalla parte opposta della zona, verso il parcheggio coperto mia abituale destinazione.

Feci il solito giro di controllo nella rotatoria di fine strada, poi entrai nel parcheggio; purtroppo, probabilmente per il freddo, non c’erano ben pochi uomini in cerca di sesso! Non solo: c’erano, neanche a farlo apposta, più travestite del solito a contendersi i pochi maschi che giravano!! Trovai anche la mia amica travestita bionda, con la quale chiacchierai del più e del meno per alcuni minuti; poi arrivò K, la travestita con cui avevo condiviso il superdotato in camera, che si unì a noi scambiando battute spiritose. Qualcuno dei pochi uomini che si aggiravano nel parcheggio si avvicinò, ma nessuno con fare abbastanza deciso. Ad un certo punto mi sentii tutta infreddolita e, tra me e me, considerai la serata ormai conclusa. Dopo aver brevemente salutato le due amiche femminucce, mi rimisi in macchina e tornai a casa. Per tutto il viaggio di rientro, naturalmente, ripensai agli intensi momenti di carsex trascorsi col dongiovanni, ripromettendomi di vivere ancora simili esperienze appena possibile!
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